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Zénon | Yoga e Qi Gong

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medicina allopatica

Medicina dis-integrata

12 Marzo 2014 Giorgio Invernizzi


Come anticipato nell’articolo precedente, da molti decenni il mondo della medicina è agitato da un crescente conflitto tra paradigmi scientifici e di volta in volta crea nuovi contenitori culturali per contenerne e gestirne gli effetti.

Thomas Kuhn [11Thomas Khun, The Structure of Scientific Revolutions.1962] analizza il tipo di conflitto che porta alle rivoluzioni scientifiche nei vari campi del sapere. Se è vero che la storia la scrive chi vince, anche la medicina ufficiale, per ora vincente, negli ultimi 50 anni scrive la storia del suo conflitto con le altre medicine (omeopatia, medicine orientali) chiamandole di volta in volta con nomi diversi.

Come abbiamo visto, ha usato il termine di Medicine Alternative, Non Convenzionali, Complementari, precisando nel nome la geometria del conflitto, fino alla più recente Medicina Integrata che sembrerebbe segnalare il superamento del conflitto in un mix scientificamente accettato di medicina allopatica, omeopatia e medicine orientali [2

2World Health Organization 2000: General guidelines for methodologies on reasearch and evaluation of traditional medicine, Geneva, WHO, 2000

Sackett DL, Rosenberg WMC, Gray JAM, Haynes RB, Richardson WS. Evidence based medicine: what it is and what it isn’t. BMJ 1996; 312: 71-2

www.nlm.nih.gov/nccam/camonpubmed.html

].

Ma è proprio così o piuttosto si tratta di una composizione “politica” minimalista del conflitto, basata più sui criteri utilitaristici della Evidence Based Medicine che su robusti fondamenti teorici ed epistemologici?

Il dubbio è legittimo, per il semplice fatto che, a rigor di logica, da un contenitore culturale di alto profilo ci si aspetterebbe uno tsunami di innovazione nella ricerca, nella clinica, e in altri campi, come ad esempio l’economia, che in realtà non si vede affatto.

Pace è fatta?

Certamente, dato lo sforzo e i sacrifici che questo “armistizio” è costato, può sembrare ineducato e decisamente non politically correct sollevare questo tipo di questioni, tuttavia, dato l’entusiasmo intorno alla Medicina Integrata, si vuole effettuare una critica fuori dal coro, essendo abitualmente fedeli più alla storia della medicina che al consesso accademico dei colleghi.

Infatti a tal proposito di seguito è citato questo estratto da un articolo pubblicato sul British Medical Journal (organo ufficiale dell’ordine dei medici inglesi):

Integrated medicine is not just about teaching doctors to use herbs instead of drugs. It is about restoring core values which have been eroded by social and economic forces. Integrated medicine is good medicine, and its success will be signalled by dropping the adjective. The integrated medicine of today should be the medicine of the new millennium.”

La medicina integrata non si limita soltanto a insegnare ai medici ad usare le erbe invece dei farmaci. Si tratta di ristabilire e recuperare dei valori fondamentali che sono stati affondati da modificazioni sociali e interessi economici. La medicina integrata è la medicina corretta, e il suo successo sarà segnalato dalla perdita dell’aggettivo integrata e dalla sua identificazione col termine di Medicina invece che medicina. Infatti ci si auspica che la medicina integrata sarà la Medicina del nuovo millennio.” [3

3 Rees L, Weil A. Integrated medicine. BMJ. 2001 Jan 20;322(7279):119-20

]

Seguendo l’entusiasmo e il pathos di questo articolo, che in altri punti, sottolinea anche la domanda elevatissima dei pazienti verso gli approcci terapeutici definiti “non ufficiali”, sembrerebbe quindi che la strada dell’“integrazione” sia già stata imboccata e in parte percorsa e che i “conflitti” precedentemente descritti siano già stati ampiamente superati. Tuttavia, come vedremo dalle analisi successive, la realtà è ben lontana da questa visione ottimistica.

Comunque, se dobbiamo studiare un conflitto, un’analisi corretta richiede l’equidistanza tra le parti e l’utilizzo di chiavi interpretative opportune. La gestione del conflitto è un processo che è stato studiato in molti campi, particolarmente in quello militare, basti pensare a quanto sia famoso il testo del II sec. a.C. L’arte della guerra del taoista Sun Tzu, a tutt’oggi usato e abusato in tutte le scuole di management e marketing.

Per questo si è pensato di derivare modelli interpretativi dal mondo militare, e, fatto ancora più suggestivo, dallo studio del sistema immunitario, dove l’infiammazione è il conflitto tra ciò che è parte dell’organismo (il self) e ciò che non ne fa parte (il non-self).

Alla luce di queste analogie è decisamente interessante rivedere la serie di nomi che nell’ultimo secolo la medicina allopatica ha utilizzato per indicare le altre medicine perché ognuno di essi definisce un preciso scenario di conflitto e in esse possiamo vedere l’evoluzione di tale conflitto e come l’apparente pacificazione raggiunta con l’ultima definizione, assomigli tristemente agli ormai famosi scenari delle “guerre umanitarie”.

Medicina Alternativa

Storicamente è stata la prima dizione nata nel mondo allopatico che, di fronte all’irrompere del diverso nella sua realtà omogenea, segnalava con innocenza il problema derivante dalla profonda differenza di visione filosofica presente nei due contenitori culturali. Questo termine segnala il rischio e lascia ai singoli di decidere il loro atteggiamento, per cui la Medicina Alternativa fu vista di volta in volta con innocente curiosità o fieramente rifiutata, in realtà accolta con totale indifferenza dalla maggioranza dei medici.

La massa critica dei praticanti era irrilevante, non c’era disputa del territorio e l’istituzione o non reagì o reagì in ordine sparso con alcune rare sanzioni degli Ordini dei Medici percepite come eccessive dagli stessi medici. Nel modello immunitario questo è il primo contatto self-nonself che non innesca reazioni o al massimo produce una vistosa reazione allergica locale.

Medicina Non Convenzionale

Il termine suggeriva una possibile accettazione e coesistenza di tali alternative, a patto che il recinto di contenimento del diverso fosse ben identificato e comunque fuori dal territorio comunemente convenuto. L’istituzione percepisce l’espansione della massa critica di utenti e praticanti le altre medicine e inizia a muovere una guerra articolata, elaborando strategie, prendendo le misure dei territori contesi, valutando chi vince e chi perde nel conflitto.

Nel modello immunitario è l’infezione in atto, in cui il sistema vivente si gioca la partita cercando di delimitare l’infezione generale in focolai locali più facili da gestire. Spesso questi focolai sono apparentemente spenti dalle terapie ma in essi l’infezione si radica più in profondità, cronicizzandosi nei tessuti e favorendo l’autoimmunità.

Medicina Complementare

In questa fase si esprime un ulteriore livello del conflitto, in cui la medicina ufficiale, sotto attacco per i suoi limiti e antinomie, si militarizza blindandosi con protocolli e guidelines. poiché il nemico ha già superato i recinti di contenimento gli viene offerta una cogestione subordinata all’interno della rete dei protocolli sempre più gestita dall’istituzione e non dal singolo medico.

Questo è lo scenario del conflitto bloccato tipo guerra fredda, in cui il tentativo di imbrigliare imbrigliandosi fallisce perché soffoca la vitalità dell’atto medico stesso. L’esito obbligato di questa strategia è la crisi del medico e del paziente che favorisce l’approdo di entrambi al campo opposto dove il paziente ritrova il suo medico nel rapporto olistico.

Nel modello immunitario è il campo delle malattie autoimmuni, in cui la terapia immunosoppressiva, nel tentativo di bloccare l’infiammazione riduce sempre più le difese immunitarie, cioè la capacità di differenziare il self dal non-self, in pratica gli strumenti che portano alla propria identificazione.

Medicina Integrata

Il termine, indicando il raggiungimento di un contenitore comune condiviso, suggerisce la fine della diversità radicale segnalata con franchezza dal nome Medicina Alternativa e l’apparente superamento del conflitto, ma non è credibile se non indica contemporaneamente i nuovi fondamenti teorici ed epistemologici comuni.

Nell’analogia bellica i conflitti più recenti, condotti più con il soft-power dei media che con gli eserciti, ci hanno abituato alle guerre pacificatrici, manipolazioni linguistiche destinate ad occultare il vero obbiettivo dell’azione. In questo caso si tratta di un armistizio tra le parti che convengono di utilizzare i criteri della EBM in cui è l’evidenza “a posteriori” l’autorità che valida le procedure.

Quindi per uscire da questa situazione imbarazzante la medicina ufficiale “legittima” quella alternativa utilizzando i propri paradigmi e il vantaggio è reciproco in termini di libertà d’azione, ma la clausola segreta che si configura come opzione letale, è l’occultamento della questione “a priori”, il conflitto teorico ed epistemologico tra due visioni filosofiche opposte. Poiché esse rappresentano le radici che danno ai loro sistemi un’identità forte e precisa, questo nuovo ordine globale integrato si presenta come un pensiero debole senza radici e identità, non attingendo né dalla Tradizione Occidentale, con cui la medicina ufficiale non ha alcun rapporto, né dalla Tradizione Orientale che è stata appunto “scientificamente” messa da parte.

Lungi dall’essere quindi una potente sorgente di innovazione, appare piuttosto il velo sgualcito che copre una realtà frammentata in una serie di pratiche senza padre né madre, più cosmopolite che olistiche, in definitiva consumistiche perché prive di un riferimento forte all’evoluzione umana.

Nel modello immunitario è la situazione cancro, in cui la deflagrazione dell’identità personale a livello di cellule e tessuti permette la sopravvivenza di cloni cellulari al di fuori del progetto evolutivo dell’individuo. Si permetta la provocazione, ma forse il termine che definisce più correttamente questo livello del conflitto è Medicina Disintegrata.

Tuttavia non tutto il male viene per nuocere e quindi anche dall’analisi di questo conflitto possono nascere degli spunti interessanti di riflessione. Il primo riguarda sicuramente il perché di questa crisi nel rapporto con la Tradizione.

Se infatti le medicine alternative in alcuni casi poggiano su Tradizioni e culture millenarie (ad es. medicina cinese, medicina ayurvedica) quali sono le radici della medicina ufficiale? Sono davvero il metodo scientifico e la Evidence Based Medicine o c è dell’altro? E allo stesso modo quali sono ad oggi i rapporti delle medicine alternative con le Tradizioni da cui traggono origine?

Note[+]

Note
↑1 Thomas Khun, The Structure of Scientific Revolutions.1962
↑2 World Health Organization 2000: General guidelines for methodologies on reasearch and evaluation of traditional medicine, Geneva, WHO, 2000

Sackett DL, Rosenberg WMC, Gray JAM, Haynes RB, Richardson WS. Evidence based medicine: what it is and what it isn’t. BMJ 1996; 312: 71-2

www.nlm.nih.gov/nccam/camonpubmed.html

↑3  Rees L, Weil A. Integrated medicine. BMJ. 2001 Jan 20;322(7279):119-20
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Cosa intendiamo per medicina ufficiale e medicine alternative?

7 Febbraio 2014 Marco Invernizzi


È uno dei temi che infiamma i dibattiti e contrappone fazioni irriducibili, spesso senza possibilità di dialogo e altrettanto spesso con pesanti pregiudizi da entrambe le parti. In realtà, nel mondo medico è in atto da lungo tempo (forse da sempre) un sofferto incontro-scontro tra paradigmi e culture diverse, che ha prodotto una lunga serie di definizioni ed etichette, costantemente imperfette.

[Foto: TheAlieness GiselaGiardino²³]

La medicina in crisi

È innegabile che da diversi anni vi sia un notevole interesse del mondo Occidentale verso tutto ciò che riguarda la cultura Orientale. Questo ha portato spesso ad uno scontro culturale che si manifesta in molti campi del sapere e del vivere quotidiano e la medicina o in generale tutto ciò che riguarda la salute non fa certo eccezione.

Prima tuttavia di affrontare una lunga e articolata analisi critica di questo conflitto tra la cosiddetta medicina “ufficiale” , cioè propria del mondo Occidentale e quelle “alternative” è sicuramente necessario fornire dei chiarimenti sulle definizioni e i tentativi di categorizzazione di queste due discipline.

Innanzitutto il termine medicina (dal latino mederi cioè curare) definisce la scienza che ha per oggetto lo studio, la cura e la prevenzione delle malattie. Può sembrare curioso che nonostante una definizione così precisa e completa ci si ostini ad accompagnarla ad altri aggettivi (ufficiale, alternativa,integrata) che non fanno altro se non in definitiva sminuirla e creare inutili divisioni al suo interno.

Tuttavia, come vedremo in dettaglio in seguito, questo è dovuto principalmente ad una profonda crisi, che colpisce indistintamente la medicina ufficiale e anche quelle alternative nel loro rapporto con le rispettive Tradizioni e le rispettive radici epistemologiche.

Il secondo concetto imprescindibile prima di affrontare un argomento così delicato riguarda la definizione di salute, e in particolare quella fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che è la seguente:

Stato di benessere fisico, psichico e sociale, complessivo, e non di semplice assenza di malattia cui possono concorrere anche approcci diagnostico terapeutici differenti, che tengano conto di tutti gli aspetti dell’uomo, compresi quelli non riconducibili a schemi predefinibili relativi a salute e malattia.

World Health Organization, WHO definition of health

Quindi la salute, svincolandosi dal meccanicistico e riduttivo concetto di assenza di malattia si inserisce in una visione che implica la presa in considerazione anche di aspetti emotivi e mentali a cui si può arrivare anche con approcci non necessariamente propri ed esclusivi della medicina ufficiale.

Ma ad oggi su quali principi o paradigmi si basa la medicina ufficiale?

Intanto chiariamo cosa si intende per medicina ufficiale. È sostanzialmente la medicina che viene insegnata nelle università e praticata negli ospedali del Mondo Occidentale e che segue un paradigma scientifico. Per questo è stata anche definita “dotta” o scientifica, oppure allopatica (dal greco ἄλλος, diverso, e πάθος, sofferenza), termine originariamente coniato da Hahnemann, indicando una metodica principalmente votata alla cura del sintomo piuttosto che alla causa profonda di malattia.

Tale ultima definizione ad oggi è usata principalmente dai sostenitori degli approcci alternativi per indicare in senso dispregiativo l’approccio scientifico ufficiale. In realtà in un documento dell’OMS del 2000 viene usato proprio il termine “allopatico” per distinguere la medicina occidentale dagli altri approcci ( World Health Organization 2000: General guidelines for methodologies on reasearch and evaluation of traditional medicine, Geneva, WHO, 2000).

Il paradigma su cui si poggia la medicina ufficiale è quello del metodo scientifico galileiano caratterizzato dal principio di observatio-ratio. La modalità tipica infatti con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile consiste, da una parte, nella raccolta di evidenza empirica misurabile attraverso l’osservazione e l’esperimento; dall’altra, nella formulazione di ipotesi e teorie da sottoporre nuovamente al vaglio dell’esperimento.

Uno dei punti basilari è la riproducibilità degli esperimenti, ovvero la possibilità che un dato fenomeno possa essere riproposto e studiato in tutti i laboratori. L’evoluzione di questo paradigma ha raggiunto verso la fine del XX° secolo il concetto di Medicina Basata sull’Evidenza (Evidence based Medicine) che, citando Sackett, uno dei suoi fondatori, « è il processo della ricerca, della valutazione e dell’uso sistematici dei risultati della ricerca contemporanea come base per le decisioni cliniche» (Sackett DL, Rosenberg WMC, Gray JAM, Haynes RB, Richardson WS. Evidence based medicine: what it is and what it isn’t. BMJ 1996; 312: 71-2.).

L’EBM ad oggi è diventata il perno culturale ed epistemologico su cui si poggia la medicina ufficiale. Infatti essa non solo definisce le metodiche della ricerca, ma definisce anche il processo di trasferimento dei risultati ottenuti appunto tramite la ricerca alla pratica clinica. Per intenderci l’obiettivo finale del processo EBM è di creare delle linee guida relative ad ogni aspetto della medicina che forniscano al medico il miglior razionale diagnostico/terapeutico sulla base dei dati empirici ottenuti tramite la ricerca.

Questo approccio alla salute e alla malattia è ormai parte fondamentale del bagaglio culturale di ogni medico operante nell’ambito della medicina ufficiale, in quanto si ripercuote anche sulle modalità di insegnamento accademico e quindi indirettamente anche sulle modalità con cui il futuro medico approccerà qualunque nuova problematica clinica non ancora definita dal paradigma EBM.

…e le medicine ‘alternative’?

Avendo chiarito, si spera almeno in parte, alcuni concetti indispensabili seguiteremo affrontando invece le varie definizioni e appellativi con cui si è cercato di definire tutto ciò che è medicina, ma che al contempo risulta alieno al contenitore “ufficiale”.

Queste discipline sono state chiamate nel tempo in tantissimi modi diversi: alternative, complementari, integrative, tradizionali, non ortodosse, olistiche, naturali, dolci. Nel successivo articolo vi sarà un’interessante descrizione “cronologica” di queste definizioni. Adesso semplicemente ci limiteremo a definire soltanto i tentativi di classificazione e le principali definizioni.

La scienza in generale e la medicina ufficiale usano per definirle il termine CAM (Complementary and Alternative Medicines). Data l’enorme varietà e diversità di tecniche e pratiche esistenti classificare tutto ciò che rientra nelle CAM. Un tentativo è stato fatto dal National Center for Complementary and Alternative Medicine (www.nlm.nih.gov/nccam/) negli Stati Uniti suddividendole in 5 categorie:

  1. SISTEMI MEDICI ALTERNATIVI – sistemi di medicina tradizionale (ayurveda, MTC, sciamanesimo), naturopatia, omeopatia
  2. INTERVENTI SULLA RELAZIONE MENTE-CORPO (cromoterapia, biofeedback, Qi Qong, floriterapia, musicoterapia, meditazione)
  3. TERAPIE BIOLOGICHE (fitoterapia, integratori, diete)
  4. METODI MANIPOLAZIONE del CORPO (osteopatia, chiropratica, shiatsu, riflessologia plantare, tecniche posturali)
  5. PRATICHE BASATE su FONTI di ENERGIA (bioenergetica, reiki, pranoterapia, fototerapia, magnetoterapia)

Interessante ricordare che per l’importanza socio-culturale e i milioni di individui nei rispettivi stati che si approcciano alle medicine Tradizionali l’OMS le ha classificate con la seguente definizione:

la somma di conoscenze, abilità e pratiche basate su teorie, credenze ed esperienze appartenenti a differenti culture, spiegabili o meno, usate per il mantenimento della salute, come pure per la prevenzione, la diagnosi e la cura di malattie fisiche o mentali. 

World Health Organization 2000: General guidelines for methodologies on reasearch and evaluation of traditional medicine, Geneva, WHO, 2000

Tuttavia i modelli teorici che stanno alla base degli approcci diagnostico-terapeutici delle pratiche comprese nelle CAM sono talmente eterogenei da rendere praticamente impossibile l’identificazione di caratteristiche che le possano accomunare. In questo contesto una possibile definizione potrebbe essere la seguente:

Con medicine complementari e alternative si intende un insieme vasto di pratiche già disponibili, anche se più o meno estesamente utilizzate, le cui basi teoriche si riferiscono a contesti esplicativi diversi da quelli intrinseci al sistema sanitario di riferimento in un particolare momento e all’interno di una specifica società.

In altri termini, queste pratiche non sono integrate nel modello di cura dominante, in quanto in contraddizione con diversi principî di ordine culturale, economico, scientifico, medico e formativo.

Tuttavia, venendo al sodo, il concetto di alternatività è dato più da come chi le utilizza si pone nei confronti della medicina ufficiale. Infatti un principio fondamentale che viene poco considerato è che la differenza tra alternativo o complementare è data solo dall’intento di chi pratica questo tipo di tecniche, cioè o in contrapposizione alla medicina ufficiale, oppure in un’ottica di apparente dialogo e integrazione.

Seguendo questo ragionamento vedremo come è stato coniato l’ultimo termine in ordine cronologico con cui sono state definite queste discipline, cioè medicina integrata. Citando un articolo del BMJ del 2011

La medicina integrata è praticare la medicina in modo da incorporare elementi delle pratiche complementari ed alternative nei piani preventivi e terapeutici, a fianco dei più solidi metodi diagnostici e terapeutici ortodossi.

(Rees L, Weil A. Integrated medicine. BMJ. 2001 Jan 20;322(7279):119-20)

Ad oggi è la definizione imperante e che ha raggiunto anche la dignità “scientifica”, guadagnandosi una sua categoria ufficiale tra gli argomenti oggetto di pubblicazioni scientifiche in ambito bio-medico (Integrative Medicine – Isi Web Journal).

Conclusioni

Cosa emerge da questi tentavi di classificare e definire tali approcci? Onestamente una grande confusione. Un punto sicuramente risulta chiaro anche al lettore profano: la definizione perfetta non esiste, e quindi come vedremo vari Organi anche istituzionali hanno cercato di ‘arrangiarsi’ nel migliore dei modi.

L’OMS per esempio ha adottato la seguente definizione:

la somma di conoscenze, abilità e pratiche basate su teorie, credenze ed esperienze caratteristiche delle differenti culture, utilizzate a scopo preventivo, diagnostico e curativo per il miglioramento o il trattamento di malattie sia fisiche che mentali

World Health Organization 2000: General guidelines for methodologies on reasearch and evaluation of traditional medicine, Geneva, WHO, 2000[

Anche il parlamento Europeo la ha adottata (risoluzione n. 75/1997), come il Consiglio d’Europa (Risoluzione n. 1206/1999) e non ultima anche la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri.

Tale definizione appare meno carica di valenze ideologiche sia positive che negative, riconosce la convenzionalità di quella ufficiale, legittimata dal metodo scientifico e definisce dei corpus medici che sono solo al momento al di fuori dei sistemi sanitari e dell’insegnamento ufficiale accademico (ma vedremo che in realtà non è proprio così…).

Ma in realtà sono convenzionali o lo sono state in altri tempi e luoghi e basti pensare alla Cina o all’India in cui miliardi di persone ne usufruiscono o all’Omeopatia che in Occidente si contendeva con la nascente biomedicina sui sistemi sanitari Europei e Nordamericani.

Poste quindi le basi teoriche per proseguire il discorso, nel prossimo articolo ci addentreremo nella dimensione ed evoluzione del rapporto tra questi due paradigmi.

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